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Preparazione alla Confessione

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San Raffaele Arcangelo
view post Posted on 24/12/2015, 07:44




Catechesi di padre Luigi

Medjugorje, 12/10/2015


Pater. Ave, Gloria.

Padre buono, Ti ringraziamo per il dono della vita che ci hai fatto attraverso Gesù, Tuo Figlio. Grazie Padre, perchè attraverso di Lui ci dai la strada per giungere a Te. Ci doni la luce per non smarrirci. Ci indichi la direzione per non perdere la nostra vita.
Padre buono, Ti chiediamo in questo momento il dono del Tuo Santo Spirito. Donaci lo Spirito Santo, perchè ci aiuti a fare verità. Donaci lo Spirito Santo, perchè ci illumini la mente e il cuore. Donaci lo Spirito Santo, perchè cacci via le tenebre dal nostro cuore, la confusione dalla nostra mente. Donaci lo Spirito Santo che è lo Spirito di Verità. Gesù, Tuo Figlio, ha detto che Lui ci aiuterà a giungere alla Verità tutta intera. Lui ci ricorderà le cose che Tuo Figlio ha detto. Padre Santo, donaci lo Spirito Santo attraverso l’intercessione materna di Maria e di san Giuseppe.

Gloria al Padre.

Ascoltiamo la Parola del Signore dal Vangelo secondo Luca.

Lettura della Parabola del Figliol Prodigo.

Abbiamo sentito questa pagina del Vangelo che tante volte abbiamo ascoltato, se andiamo a Messa la domenica. La Chiesa abitualmente ci ripropone questo Vangelo che è il Vangelo della Misericordia, il Vangelo di Luca, e in particolare questa parte che è il capitolo 15, dove Gesù manifesta in modo particolare cosa significa la Misericordia per Dio. O meglio ancora: qual’è l’itinerario attraverso il quale possiamo accedere alla Misericordia di Dio.
Questo itinerario attraverso il quale noi possiamo accedere alla Misericordia di Dio è proprio l’itinerario penitenziale. L’itinerario del perdono. L’itinerario del Sacramento della Riconciliazione. Proprio il Sacramento della Riconciliazione, in maniera molto bella, ci aiuta, se vissuto bene, a sperimentare la Misericordia di Dio. Quella Misericordia che ti fa diventare una nuova persona. Quella Misericordia che permette alla tua vita di essere restaurata.

Allora, vediamo i passaggi di questo itinerario per poter davvero gustare la Misericordia di Dio. Il primo passaggio che Gesù ci mette davanti è il passaggio del peccato. Vedete… Non riconoscere il proprio peccato significa non sperimentare la Misericordia di Dio. E’ falso quando noi affermiamo: “Dio è buono e perdona tutti, per cui continuiamo a mangiare e bere perchè alla fine tutto si risistema”. E’ quanto di più falso ci possa essere nella vita di un cristiano. Ed è una visione di Dio sbagliatissima che Gesù non ci da. E che neanche la Scrittura ci da. Se prendiamo il Siracide al capitolo 5 fa proprio questo passaggio: “Non dire ‘tanto Dio è buono, perdona tutto’ e quindi rimani nella tua condizione, perchè è la strada per la morte”. Già la Parola di Dio ce lo dice. Quindi, se la Parola di dio ci dice di non fare questo passaggio non facciamolo! Perchè ogni volta che lo facciamo facciamo del male a noi stessi.
Dio perdona tutto?Sì! Non c’è un peccato che Dio non perdoni. Non c’è un peccato, per quanto grave possa essere, che il Signore non ha distrutto sulla croce. Non c’è un peccato che non può essere lavato dal Sangue di Cristo. Questa è una verità di fede. Ma guai a pensare che questa Misericordia venga a noi senza che ci sia il nostro itinerario di ritorno al Padre. Perchè se noi la Misericordia non la vogliamo Dio non ce la impone. Per volere il perdono del Padre, per volere la Misericordia del Padre cosa ci aiuta a comprendre Gesù? Avete visto quale percorso ha dovuto percorrere questo figlio per poter riconoscere ed accogliere la Misericordia del Padre? Questo è il percorso che noi dobbiamo fare ogni volta che noi vogliamo questa Misericordia. Ogni volta che noi vogliamo vivere la Misericordia del Padre dobbiamo vivere questo itinerario penitenziale. Questo itinerario di ritorno al Padre. E che noi davvero riviviamo ogni volta che celebriamo il Sacramento della Riconciliazione. Non è possibile celebrare quel Sacramento se non viviamo questa dinamica che Gesù ci ha fatto vedere.

Vi dicevo prima che è importante capire cos’è il peccato e riconoscerlo. Gesù ci aiuta a comprendere che ogni peccato è uccidere in noi il Padre. Ogni peccato è dire a Dio: “Per me Tu sei morto. Io posso fare a meno di Te. Non mi interessa avere una relazione con Te”. Mi stai limitando”. Questo è il peccato. Questo figlio crede che per vivere veramente deve uccidere suo padre. “Dammi l’eredità” che ti arriva quando il genitore è morto. “Dammi l’eredità e me ne vado per i fatti miei”. Ogni volta che noi viviamo il peccato facciamo sì che il peccato produca in noi questa morte. Il peccato fa in noi tutto questo. Produce in noi questa ribellione. Un peccato è un atto di ribellione nei confronti di Dio. Dal più piccolo al più grande. Ecco perchè la necessità di vivere il Sacramento della Riconciliazione.

La Madonna dice: “Non tenetevi il peccato nel cuore, ma andate a vivere quel Sacramento, perchè Gesù possa purificare l’anima. Ogni angolo del vostro cuore”. Perchè non è che ci sia il peccato piccolo o grande per cui quello piccolo và bene e quello grande no. No, perchè ogni peccato, dal più piccolo al più grande, produce questo in noi.
Possiamo dire a Dio “Ti amo, Ti voglio bene” se poi anche con i piccoli gesti vorremmo ucciderLo dentro di noi? Non è possibile. Ecco perchè dobbiamo vivere questo percorso di riconciliazione con Dio per avere la Sua Misericordia, unica capace di ristabilire in noi la vita di Dio.

Allora… Prima di tutto scoprire il nostro peccato guardandolo in faccia. Riconoscerlo. Capire cos’è. Altrimenti non comprenderemo l’Amore di Dio.
Ad un certo punto nel Vangelo Gesù vive quell’episodio bellissimo nella casa di Simone, il fariseo. Vi ricordate? Vi rinfresco io la memoria. Gesù viene invitato a pranzo da un fariseo di nome Simone. Và lì e mentre stanno pranzando entra una donna, una prostituta, e si mette ai Suoi piedi e inizia a piangere. Con le lacrime bagna i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli e inizia a baciarli. Il fariseo dice dentro di sè: “Se questo fosse veramente un profeta saprebbe che tipo di donna è questa e non si lascerebbe toccare”. Fra parentesi: mi verrebbe da dire “tu come fai a conoscerla?” “Come fa questa ad entrare a casa tua e a sapere dove andare?” Giusto? Se io voglio entrare a casa di qualcuno non so dove sta la sala da pranzo se non ci sono già entrato prima. Invece lei và diretta lì dove deve andare. Questo ci fa supporre che probabilmente lui la frequentasse.
E Gesù cosa dice a Simone? Fa questo passaggio: “Simone, ho da dirti una cosa. Ci sono due debitori che debbono ad una persona uno 50 euro e l’altro 500 euro. Nessuno dei due ha da restituirli. Allora condona il debito sia all’uno che all’altro. Secondo te chi amerà di più la persona che gli ha condonato il debito?” E lui risponde: “Quello al quale è stato condonato di più”. “Hai detto bene”. Questa donna che ha compreso la Misericordia, che ha compreso che è stato cancellato il suo peccato, ha amato molto, perchè è venuta qui a lavarGli i piedi con le lacrime. Ha compreso l’Amore e la Misericordia e quindi vive ora questa gratitudine. “A te che credi di essere poco peccatore il tuo amore sarà anche poco nei Miei confronti”.

Bisogna capire cosè il peccato per capire veramente l’Amore che Dio ha per noi. Se veramente non comprendiamo che il peccato in noi, dal più piccolo al più grande, produce questa ribellione, questo omicidio nella nostra vita, non comprendiamo cosa significa il perdono. Allora andiamo lì e diciamo: “Và beh… Ma Signore, cosa ho fatto? Cosa mai ho potuto fare? Và beh, mi stai dando un pò della Tua Misericordia, però…”No! Ogni peccato produce questa devastazione nel cuore. Ogni volta che accedo alla Misericordia è un gesto straordinario, di un Amore incredibile. Noi veramente comprenderemo quando andremo in cielo fino in fondo cosa significa la Misericordia di Dio nella nostra vita. Però già da ora il Signore vuole che noi ne prendiamo coscenza per imparare a gioire dell’Amore di Dio. Perchè? Perchè lì davvero noi comprendiamo: “Ma veramente quanto mi ami Signore! Nonostante io abbia fatto questo e quest’altro, nonostante io abbia vissuto questo Tu sei qui, per donarmi ancora una volta la Tua amicizia, il Tuo abbraccio, il Tuo Amore”. E’ profondissimo! Non posso comprenderlo se non comprendo la tragedia del peccato, del mio peccato e non di quello degli altri. Vediamo sempre il peccato degli altri e facciamo fatica a vedere il nostro. Invece dobbiamo imparare a vedere il nostro, perchè è guardando quello che io comprendo l’Amore di Dio.
Nell’itinerario di conversione che il Sacramento della Riconciliazione fa dentro di noi c’è anche questo frutto meraviglioso che è scoprire quanto grande è l’Amore di Dio per me. Per me. E quando comprendo questo l’altro passaggio è comprendere quanto grande è l’Amore di Dio per l’altro. Perchè se lo capisco per me allora lo posso capire anche per l’altro. Allora dentro di me nasce non il giudizio, ma la preghiera perchè anche l’altro possa accedere alla Misericordia di Dio.
Vedere cos’è il peccato. Guardarlo in faccia. Non nasconderlo dentro di noi. Non avere paura di guardarlo, perchè se lo guardo non riesco più a stare con me stesso… Tante volte noi il peccato lo nascondiamo. Perchè? Perchè ci fa fatica dover ammettere che siamo così. Ci fa fatica dover ammettere che abbiamo sbagliato, che abbiamo vissuto delle cose che addirittura hanno fatto del male. Allora tendiamo a nascondere, a giustificare, ma non guardando la nostra realtà non possiamo vedere la realtà dell’Amore di Dio.
Per vivere veramente il Sacramento della Riconciliazione come un itinerario di conversione, che ha come frutto il fatto di scoprire veramente l’Amore di Dio, dobbiamo essere veri. Guardare in faccia il nostro peccato. Non nasconderlo a noi stessi, prima di tutto. Poi non nasconderlo a Dio e, ultimo passaggio, non nasconderlo al sacerdote. Perchè il povero sacerdote non sta lì con la frusta per darvela in testa perchè avete fatto questo o quell’altro, ma sta lì ad accogliere le ferite che il peccato a fatto dentro di voi per dare come guarigione e balsamoil Sangue di Cristo nel perdono.

Ogni volta che noi siamo pentiti di un peccato la Misericordia di Dio scende. Nessun sacerdote ti dirà: “No, non ti perdono!” Non è possibile, perchè ogni volta che siamo pentiti del peccato la Misericordia scende nella nostra vita. Il sacerdote sta lì a capire se c’è questo pentimento. Se non c’è il pentimento non c’è la Misericordia di Dio. Perchè, vi ho detto prima, Dio non vi impone la Sua Misericordia. Non ve la dona se non la volete. Ve la dona solo se la volete. Il desiderio più grande è proprio quello, la Sua gioia più grande.
Avete visto questo padre e Gesù ci fa capire che e lì che aspetta il momento di poter dare la Misericordia a questo figlio. Addirittura gli corre incontro e lo abbraccia per il desiderio di potergli ridare la vita.
Questo è ciò che Dio Padre fa nei nostri confronti attraverso Gesù. Quando andiamo a confessarci è la stessa dinamica. Quando andiamo lì è Dio Padre che ci corre incontro attraverso il sacerdote per abbracciarci e darci la Sua Misericordia. Non nascondiamo il peccato. Prima di tutto non nascondiamolo a noi stessi. Non nascondiamolo a Dio e non nascondiamolo al sacerdote. Ma manifestiamo il nostro peccato pentiti di quello che abbiamo vissuto, perchè davvero la Misericordia di dio possa scendere nella nostra vita e possiamo fare un’esperienza bella dell’Amore di Dio. Altrimenti entriamo in quel Sacramento e usciamo… E’ come quando andiamo a Messa<: che usciamo come siamo entrati. Vuol dire che qualcosa non è andato. Vuol dire che non abbiamo vissuto veramente quel mistero.
Per vivere veramente questo itinerario dobbiamo guardare il nostro peccato, riconoscerlo, dargli un nome, non nasconderlo a noi stessi, a Dio e al sacerdote quando ci andiamo a confessare.

Quando vi andate a confessare ricordatevi che dovete fare questo itinerario, quindi non possiamo andare a confessarci così: “Và beh. Adesso finisco la catechesi e poi voglio andarmi a confessare””. E non ci siamo preparati! Quest’uomo ha avuto il tempo Per riflettere. Nel tempo in cui pascolava i porci ha avuto il tempo per comprendere quello che ha vissuto e allora ha detto: “Io torno da mio Padre. Lì anche quelli che non sono figli ricevono in abbondanza. Allora torno anch’io. Gli dirò ‘ho sbagliato; ho peccato davanti al cielo, davanti a Te; non sono degno di essere Tuo figlio; trattami come il peggiore degli uomini’”
Abbiamo bisogno di prepararci per la Confessione.

In questi giorni faremo la collina, il monte… Davvero porterete a Maria tutto quello che avete nel cuore, tutte le persone che si sono affidate a voi, tutte le situazioni. Ma poi fermatevi. Lasciate davvero che lo Spirito Santo vi illumini. Vi faccia guardare la verità del vostro cuore. Vi faccia vedere lì dove avete offeso Dio, lì dove è venuta meno la vostra fedeltà, lì dove avete fatto male anche agli altri. Lasciatevi illuminare dalla luce dello Spirito Santo. Restate aperti, perchè l’altro passaggio è proprio ricevere la Misericordia. Non chiudete il cuore. E non riempite il vostro cuore di tante cose: “Vado lì e là… Quello non sta bene… Faccio questo per quella persona e quell’altra cosa per l’altra persona…”

Il bene che potete fare agli altri prima di tutto è la vostra conversione. Il maggior bene che potete fare ad un essere umano prima di tutto è la vostra conversione. Nella vostra conversione c’è la pienezza della grazia di Dio. Nella vostra conversione scende il dono della grazia di Dio su tutta la Chiesa. Perchè noi siamo collegati gli uni con gli altri in una maniera così profonda che neanche ce ne rendiamo conto.
Quel Battesimo non è stato una spolveratina d’acqua data in testa così per chissà quale cosa. Quel Battesimo ha prodotto un cambiamento dentro di noi e ci ha uniti a tutti i battezzati in una maniera unica e irripetibile. “Siamo membra - dice san Paolo - gli uni degli altri”.
Ecco perchè la mia conversione e la tua conversione, e quindi la grazia della presenza di Dio nella mia vita e nella tua vita, diventa beneficio degli altri.
Volete veramente intercedere in maniera positiva per gli altri? Cambiate il cuore.

C’era una suora francese nel 1700 in clausura. Era la maestra di una novizia. Siccome questa novizia non viveva tanto la fedeltà alle sue costituzioni, lei le diceva: “Guarda che così vai in Purgatorio e in cielo non ci vai subito”. E la novizia rispondeva: “Và beh… Tanto alla fine mi tiri fuori tu”. E’ successo veramente così. Qualche mese dopo i voti questa ha avuto una malattia e in tre mesi è morta. Dopo qualche mese ha iniziato, per permesso di Dio, a manifestarsi a questa sua maestra. Ella diceva: “Il Signore mi ha dato questo compito. Sono andata in Purgatorio perchè ho accettato questa malattia di tre mesi e il mio cuore si è purificato in modo da essere salva. Il compito mio è quello di aiutarti nel cammino di santità. e attraverso la tua conversione e la tua santità tu mi tirerai fuori dal Purgatorio”.
Allora capite bene come davvero se vogliamo il bene degli altri prima di tutto dobbiamo imparare a camminare con Dio. La nostra conversione è il bene della Chiesa. E’ il bene degli altri battezzati. E’ davvero grazia fisica, spirituale, materiale per ogni battezzato, per la Chiesa e per il mondo.

Ecco perchè dobbiamo lavorare in questi giorni proprio sulla nostra conversione, su questo itinerario di ritorno al Padre. Per fare che cosa? Per scoprire questa Misericordia infinita.
Lasciamo davvero che la luce di Dio ci illumini e ci faccia comprendere il nostro peccato, la tragedia di questo peccato. Non nascondiamolo e poi portiamolo a Gesù in quel Sacramento della Riconciliazione, dove il sacerdote non vede l’ora di prendere i peccati e darvi in cambio il Sangue di Gesù che purifica il cuore dell’uomo. In modo che dopo per noi sia una gioia. Perchè Gesù quando parla di perdono parla di gioia, parla di festa, non di funerale. Il funerale è prima. Il funerale è il peccato. Non è la riconciliazione.
E’ vero che per arrivare a riconciliarsi in qualche modo dobbiamo morire. Ed è morire a quella parte che si è ribellata a Dio. Davvero noi viviamo questo itinerario di morte per poi resuscitare attraverso quel Sacramento. Ma in quel Sacramento c’è la gioia stessa di Dio. Accostiamoci a quel Sacramento con la consapevolezza che Dio non vede l’ora di perdonarci. In quel perdono c’è la gioia dell’essere umano.

Quindi non dobbiamo avere paura di vivere quel Sacramento, ma non dobbiamo viverlo in maniera superficiale. Mai. Davvero. Anche quando ci confessiamo una volta in settimana. Mai possiamo vivere quel Sacramento in maniera superficiale. Ma viviamo questi passaggi: fermiamoci; lasciamoci illuminare dallo Spirito Santo; non rifiutiamo la Sua luce; riconosciamo il peccato; chiamiamolo per nome. Non abbiate paura se il sacerdote vi fa fare il passaggio: “Guarda che forse hai vissuto questo. Questo peccato si chiama così”. Non abbiate paura di questo passaggio.
Lasciamoci davvero illuminare dalla grazia dello Spirito per poter chiamare col nome vero il peccato e fare l’altro passaggio che è quello del pentimento.
Quest’uomo, dopo che ha avuto il tempo, è ritornato da suo Padre: “Ho sbagliato. Riconosco che ciò che ho vissuto è stato un male. Un male verso Dio e un male verso gli altri”. Dice: “Ho peccato contro il cielo e davanti a Te”. Il peccato sempre è distruzione del rapporto mio con Dio e del rapporto mio con gli altri, con la Chiesa, con la creazione. Sempre nel peccato c’è questa dinamica. Noi distruggiamo il nostro rapporto con Dio e con l’altro. Anche quando il peccato è nel mio cuore. Non ho dato schiaffi a nessuno. Non ho fatto violenza a nessuno. Quel peccato di giudizio che ho dato rompe la mia amicizia con Dio, rompe la mia amicizia con l’altro e rompe la mia amicizia con il creato.
Ecco perchè si passa dalla Chiesa. Perchè ci riconciliamo non solo con Dio, ma ci riconciliamo anche con gli altri, con la Chiesa, con il Corpo di Cristo che abbiamo ferito attraverso il peccato. E ci riconciliamo con il creato.

Il peccato fa questo. Dobbiamo comprendere la tragedia del peccato, perchè dobbiamo andare dal Signore davvero pentiti.
Il pentimento è riconoscere questo peccato; comprendere che ha prodotto tutto questo; essere dispiaciuti perchè è successo e perchè è stato un atto di ribellione verso Dio che mi ama profondamente; volere con tutte le nostre forze vivere diversamente. Sempre con la grazia di Dio. Pur sapendo che la nostra debolezza è infinita, ma non vogliamo più essere in quel peccato. Anche se fra dieci, venti giorni posso ricadere. La nostra debolezza è grandissima, ma quando vivo il pentimento davvero metto in atto tutto ciòche è possibile, come essere umano, per non vivere più certi passaggi, certi peccati.

“Ma uno è divorziato e risposato e non può fare la comunione e non può confessarsi… L’altro, invece, ha l’amante e può farla…” Un conto è vivere una situazione… Perchè il pentimento ci fa uscire da quella situazione. Se uno viene da me e dice “mi è capitato di andare a letto con un altra persona; sono sposato; ho capito e non voglio più fare questo errore… Ma se un’altro mi dice così, ma “io voglio tenermi l’amante”… Io gli dico: “Guarda: capisci prima che devi tornare indietro a Dio. Se tu non lo fai io non posso donarti la Misericordia di Dio. Non perchè non te la voglia dare. Sei tu che non la vuoi”. Il passaggio per volere la Misericordia è lasciare il peccato.
Quindi, se uno è pentito può ricevere il perdono di Dio e accostarsi alla Comunione. Diversa è la convivenza, diverso è chi è risposato. Perchè? Perchè lì c’è un vincolo.
C’è un’esplicita volontà di Dio. Quando Gesù dice: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso questo, ma al principio Dio non ha voluto questo. Dio vuole che i due siano una carne sola e guai a chi separa questo”.
Quel “guai” è per tutti. Per il marito e per la moglie che rompono quel vincolo. “Guai” è per chi si intromette in quel vincolo. “Guai” anche per noi se lo facciamo come sacerdoti. Perchè quella è la Volontà di Dio. E dice Gesù: “Ogni qualvolta succede che tu lasci il marito o lasci la moglie e ti unisci ad un’altra persona tu vivi il peccato d’adulterio”. Allora, rimanere lì significa vivere questo peccato. Ecco perchè non si può.
Pentirsi significa uscire e uscire significa lasciare quella situazione.
Chi ha vissuto il divorzio, ma non ha nessuna storia, può accostarsi a tutti i Sacramenti della Chiesa.

Và bene? Quindi, ecco il passaggio: il ritorno. Il ritorno presuppone proprio questo. Cioè quando io comprendo il male vissuto e non voglio più vivere quel male. Vuol dire che esco da quelle situazioni.
Se da quelle situazioni non voglio uscire vuol dire che non c’è ancora quell’itinerario di conversione nel proprio cuore. Vuol dire che non abbiamo nel cuore. questo desiderio di tornare a Dio. Allora è inutile. Puoi andare dal sacerdote e il sacerdote potrà anche dirti “ti assolvo”, ma non succede nulla. Perchè non dipende dalle mie parole la vostra assoluzione. Il Sangue di Cristo non dipende dalle mie parole. Ma dipende dal vostro pentimento.
“Io vi dono ciò che voi volete. Non vi posso dare ciò che non volete”.
Non so se mi sono spiegato. Quindi, possiamo anche andare, ma stiamo ingannando noi stessi, se non vogliamo uscire da quelle situazioni. Perchè vuol dire che non c’è questo itinerario di ritorno al Padre.

Un altro passaggio che Gesù ci fa vedere è questo: Questo figlio se n’è andato dalla casa del Padre. Cioè: “A me non me ne frega nulla di come vivi tu!” Poi torna. Cosa significa? “Ho capito che a vivere lontano da Te e a vivere come credevo io mi sono fatto soltanto del male. Quindi torno e vivo ciò che Tu mi doni di vivere. Quindi torno nella casa del Padre. Ritorno a vivere nella logica del Padre”.
Quando noi torniamo a Dio noi diciamo a Dio: “Papàà io voglio vivere secondo il modo in cui Tu vivi. Quello che è il modo Tuo di vivere, non il mio”.
Allora possiamo noi tornare a Dio se poi vogliamo continuare a vivere secondo i nostri modi di fare, secondo le nostre regole? Infischiandocene: “Sì, sì, mi confesso, ma poi non mi sta bene questo. Non mi sta bene quest’altro di ciò che il Signore dice”.

Un giorno, in una missione in Sicilia, arriva una signora erudita, studiata. Si parlava dell’omosessualità che rimane un peccato vivere e praticare. Rimane un peccato grave nella Chiesa Cattolica. Quando il Papa dice “Chi sono io per giudicare un gay”, sembra, presa da sola… Se sentiamo il discorso che fa il Papa ci accorgiamo che dice: se una persona vuole tornare alla Chiesa e vivere secondo Cristo, chi sono io per giudicare il gay? Nessuno!
Come non giudico quel peccato non giudico neanche gli altri. Come non giudico quel peccatore non giudico neanche gli altri. Ma il peccato rimane peccato! Và detto che il peccato è peccato.
Questa signora mi ha detto: “Perchè il Signore ama tutti. Perchè il Signore non è così…” Le ho detto: “Sarai anche erudita, non lo so, però posso dirti che Gesù, ma anche gli apostoli e l’Antico Testamento… “ Perchè l’Antico Testamento non è stato abolito. Gesù ha detto: ‘Non vengo ad abolire l’Antico Testamento, perchè quella è la rivelazione di Mio Padre. Vengo a dare compimento, vi aiuto a comprendere fino in fondo cos’è la Vita di Dio che ho iniziato a manifestarvi con il popolo di Israele’. La lettera agli Ebrei ci dice che Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Se pensiamo che la Chiesa si deve ammodernare in base alle tendenze, alle mode dell’umanità, abbiamo sbagliato. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Fate attenzione a questo.
Diceva suor Lucia di Fatima: Ora tutti chiedono che la Chiesa si adegui alle mode del momento, ma Cristo non và dietro alle mode di nessuno”. Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. E quel peccato per cui 5 città sono state distrutte al tempo di Abramo, Sodoma, gomorra e altre tre, che grida vendetta al cospetto di dio, secondo la Chiesa Cattolica rimane lo stesso.
Questa signora mi diceva: “Perchè Gesù non è così’!” Le ho detto: “Signora, non so quale Gesù Lei conosca, ma se Lei prende il Vangelo, la Sacra Scrittura, il Catechismo della Chiesa Cattolica, Gesù non è come sta dicendo Lei”. “Allora non è il Gesù che conosco io!” “Ecco brava. Forse deve fare un passaggio che è quello di essere umile ed imparare a dire: ’Signore non Ti conosco. Aiutami a conoscerTi’ Non avere la presunzione che Dio debba essere quello che dici tu”.

Vi ho detto prima che Cristo perdona tutto. Tutto quello per cui noi ci pentiamo. Per essere pentiti dobbiamo riconoscere che è un peccato, una ribellione. Dobbiamo essere dispiaciuti di quello. Dobbiamo volerne uscire.
Se c’è questo itinerario nel nostro cuore siate certi che la Misericordia di Gesù scende sempre nella vostra vita. Tornare dal Padre significa accogliere la vita a partire da Lui. Come Lui la vede e come Lui ci propone di viverla. Non so se mi spiego.
Questo figlio torna alla casa del Padre: “Padre, fammi vivere con Te. Con le Tue regole, con tutto ciò che Tu mi chiedi. Perchè ho fatto esperienza che lontano da Te è una tragedia. Ho sperimentato la morte. Ho sperimentato la schiavitù. Ho sperimentato di tutto”.
Nell’itinerario di conversione, quando andiamo al Sacramento della Confessione, avviene tutto questo. Dobbiamo vivere questi passaggi per tornare nella casa del Padre. Allora c’è la festa, c’è la gioia.

Un’altro passaggio importante, l’ho detto prima: quando scopro la Misericordia di Dio per me la voglio anche per gli altri. Ecco il perdono da dare agli altri. Se faccio esperienza di essere perdonato devo dare il perdono agli altri, altrimenti non posso entrare nella gioia.
Il figlio più grande non vuole entrare nella festa. Se non vuole perdonare il fratello non può festeggiare con il Padre. Ecco l’importanza del perdono che dobbiamo dare agli altri.
Gesù nel Vangelo, nel Padre Nostro, ci fa impegnare a vivere il perdono verso gli altri, perchè se non perdono non ho accesso alla gioia di Dio. Se non perdono non posso entrare nella festa della Misericordia. Non è possibile. La Misericordia non scende. Ci squalifichiamo in anticipo.
Nel Padre Nostro diciamo: “Perdonami nella misura in cui perdono agli altri”. Tradotto: “Non mi perdonare se io non perdono agli altri”. Questo è il passaggio che noi facciamo nel Padre Nostro. Perchè se non do il perdono agli altri, se non voglio dare la Misericordia agli altri, quella Misericordia non la posso vivere su di me. Ecco perchè è importante vivere il perdono.
Lasciamo che lo Spirito ci aiuti a comprendere questa ottica. Se abbiamo bisogno di perdonare e ancora non lo abbiamo fatto mettiamolo nella Confessione. Facciamoci consigliare dal sacerdote come vivere il perdono. Perchè è importante. Senza il perdono la Misericordia di Dio non scende nella nostra vita. Pensateci. Ogni qualvolta che sono andato lì a chiedere perdono a Dio e non ho perdonato i miei fratelli, non ho perdonato chi mi ha fatto del male, non è successo nulla. Non è successo nulla. Pensateci.
Se ci vogliamo veramente bene, se vogliamo sperimentare la gioia dell’Amore di Dio, della Sua Misericordia, viviamo questo itinerario di conversione che Gesù ci ha manifestato oggi in questa parabola. Tornare dal Padre. Per tornare dal Padre ho bisogno di fare questo passaggio.

Allora, questi giorni utilizzateli per questo. Fermatevi e lasciatevi illuminare. Lasciatevi manifestare dallo Spirito Santo il peccato. Accettatelo. Guardatelo. Prendetene coscenza. Chiedete perdono. Poi andate dal sacerdote e lasciatevi riconciliare dall’Amore di Dio, per fare festa. Per gioire dell’Amore di Dio. Perchè se non facciamo questo non comprenderemo mai l’Amore di Dio. E poi portiamolo agli altri attraverso il perdono da donare al prossimo.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
 
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