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IL SACRIFICIO, LA CENA, IL MEMORIALE

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San Raffaele Arcangelo
view post Posted on 9/8/2015, 18:10





L'agnello pasquale e la cena. Quando il faraone si ostinò a non voler lasciare liberi gli ebrei, Dio disse a Mosè che ogni famiglia ebrea sacrificasse un agnello, lo mangiassero tutti i suoi componenti, in piedi, pronti per partire e segnassero le loro porte col suo sangue. Gli ebrei così fecero. Allora un angelo uccise in ogni famiglia egiziana il figlio primogenito; ma, vedendo nelle porte degli ebrei il sangue dell'agnello, risparmiò i loro figli. Allora gli egiziani pregarono gli ebrei di andarsene, per timore di venire tutti uccisi dal loro Dio. Gli ebrei partirono, ma giunti al Mar Rosso, sopraggiunse l'esercito egiziano per riprenderli schiavi. Mosè percosse col suo bastone le acque, che si divisero lasciando in mezzo un corridoio asciutto, attraverso il quale passarono gli ebrei nell'altra riva. L'esercito egiziano tentò di fare altrettanto. Mosè percosse nuovamente le acque, che si riunirono e fecero perire tutto l'esercito egiziano. Dio allora ordinò agli ebrei che ogni anno sacrificassero e mangiassero un agnello per celebrare quel passaggio e che ogni mattino e ogni sera il sacerdote di turno facesse il sacrificio propiziatorio di un agnello. Dice s. Paolo: «Tutto quanto capitava agli ebrei, capitava in figura» (I Cor. 10,11); e che «la nostra Pasqua è Cristo immolato» (I Cor. 5,7).

Gesù è l'agnello immolato che ci libera dalla schiavitù di Satana. Chi lava la sua anima nel sangue di lui nella confessione viene liberato dal peccato; chi fa la comunione raggiunge il paradiso. Come chi non mangiava l'agnello pasquale veniva escluso dal popolo di Dio, così chi non si confessa e non si comunica almeno una volta l'anno resta sotto il potere di satana e perde il paradiso. L'agnello del sacrificio mattutino e serotino è figura della S. Messa celebrata in ogni angolo della terra; in essa Gesù si offre al Padre per ottenere misericordia e grazie al mondo intero, e si dà egli stesso a noi in cibo per poterci fare risorgere e rendere eternamente felici, come aveva promesso: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Gv. 6, 54).

La rinnovazione del sacrificio di Gesù e il memoriale. Gesù nell'ultima cena, dopo aver consacrato il pane e il vino, disse agli apostoli: «Fate questo in memoria di me»; cioè consacrate il pane e il vino per ricordare il mio amore infinito e il mio sacrificio della croce. E quanto i sacerdoti fanno nella S. Messa. La S. Messa è la rinnovazione della consacrazione del pane e del vino fatta da Gesù nel giovedi santo, e del suo sacrificio sulla croce fatto il giorno dopo.

Il seguente episodio è successo al Padre Matteo Crawley, di cui è in corso la causa di beatificazione, e da lui stesso raccontatomi: egli predicava nella basilica di Mont-Martre a Parigi sulla consacrazione delle famiglie al S. Cuore. Una famiglia desiderosa di fare tale consacrazione gli espose la difficoltà di un figlio universitario ateo. Padre Matteo disse loro che bastava lo facessero assistere alla Messa. Il figlio, l'indomani, per fare contenti i genitori andò con loro a Messa. Durante la Messa, alla consacrazione, egli vide sull'altare al posto di Padre Matteo Gesù crocifisso in carne e ossa, sanguinante e agonizzante e guardante pietosissimamente. Tale visione durò fino alla comunione. Esterrefatto, il giovane, finita la Messa, non credendo ancora in Gesù, andò da Padre Matteo e gli disse:

- Padre, cosa avete fatto?

- Ho celebrato la Messa, rispose Padre Matteo.

- No! Come avete messo quell'uomo in croce?

- Il Padre Matteo chiese spiegazioni e, avutele, disse:

- Figlio mio, il Signore ti ha dato la grazia di vedere quanto noi fermamente crediamo: nella S. Messa si rinnova il sacrificio di Gesù nella croce.

La S. Messa è, insieme, sacrificio, cena e memoriale. Essendo cena, tutti i partecipanti dovrebbero fare la comunione; anticamente tutti la facevano; chi non era degno di farla veniva escluso dalla Messa e veniva chiamato «scomunicato».



La S. Messa fà vivere la terra. Un giorno la B. Anna Maria Taigi ebbe questa visione: il globo terrestre contro cui si avventavano da tutte le parti furiose fiamme per incenerirlo. La santa terrorizzata gridò: «Nessuna salvezza è possibile per la terra?» Allora vide scendere sulla terra Gesù crocifisso e comparire ai suoi piedi, in ginocchio, implorante, la Madonna addolorata; e le fiamme si allontanarono dalla terra. L'Angelo le disse: «È per la S. Messa che continuamente si celebra sulla terra e per l'intercessione della Madonna addolorata che la terra continua a vivere».

Celebrando la S. Messa, Padre Pio sembrava un crocifisso; s'immolava come Gesù nel Calvario; e così attirava folle immense a sé e le portava a Dio. Egli diceva: «Sarebbe più facile che la terra si reggesse senza sole, anziché senza la S. Messa ».



La S. Messa da valore alle nostre cose. Il sacerdote nella S. Messa dice: «Per Cristo, con Cristo, in Cristo, a Te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria». Solo per Gesù le nostre cose acquistano valore e viene a noi ogni grazia.

Come quelle poche gocce d'acqua aggiunte dal sacerdote nel vino del calice diventano esse pure corpo, sangue, anima e divinità di Gesù, così le nostre sofferenze, le nostre fatiche, le nostre preghiere e tutte le nostre opere buone, offerte con Gesù al Padre nella S. Messa, vengono divinizzate, diventano fonte di preziosi meriti per noi e acquistano valore redentivo per la salvezza di tante anime; quando ci distacchiamo da Gesù col peccato, esse perdono ogni valore e ritornano ad essere povere cose nostre. Dice Gesù: «Quando pregate, unitevi a me. Io metterò nelle mie mani trafitte la vostra preghiera e la eleverò al Padre con voi. Sono io che rendo le vostre preghiere gradite al Padre. Io ho detto che tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, egli ve lo concederà» (Poema dell'Uomo-Dio, di M. Valtorta).



Il tesoro della giornata. A Medjugorje, dove da circa 13 anni la Madonna appare a un gruppo di giovani, gran parte degli abitanti e un gran numero di pellegrini partecipano ogni giorno alla S. Messa e fanno la S. Comunione. La Madonna ha detto loro: «Figli miei, desidero che la S. Messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela, desiderate che cominci, perché Gesù in essa si dona a voi».

Non c'è niente di più grande, di più utile, di più prezioso che possa fare nella giornata che partecipare alla S. Messa e farvi la S. Comunione. Dice un proverbio: «Messa ascoltata, giornata guadagnata». I cristiani dei primi tempi vi partecipavano ogni giorno; anzi ogni giorno passavano diverse ore in preghiera (Atti, 2, 46). Dice s. Girolamo «Il Signore ci accorda tutto quello che nella S. Messa gli chiediamo, se veramente utile, e ci dona anche quello che neppure pensiamo e che pure è necessario». Moltissimi cristiani non trovano il tempo per andare a Messa neanche la domenica. Se qualcuno ti offrisse 50.000 lire ogni volta che vai a Messa, ci andresti non solo la domenica, ma ogni giorno. Eppure la Messa vale infinitamente di più.



Completa la tua Messa. La S. Messa è, insieme, il sacrificio e la cena del Signore. Chi è invitato a cena guarda forse la tavola imbandita e non mangia? Quando vai a Messa e non fai la Comunione, fai così. Perché la maggioranza dei cristiani a Messa non fanno la Comunione, anzi non vanno neanche a Messa? Lo dice Gesù nella parabola del convito: uno perché ha preso moglie, uno perché ha comprato un paio di buoi, uno perché ha comprato una villa; cioè si allontanano dalla Messa e dalla Comunione per averne perduto il gusto o anche il desiderio o a causa dei piaceri sessuali, o a causa del lavoro e del guadagno, o a causa dei divertimenti e delle gite. Quanti fanno la Comunione debbono però stare attenti di non farla con peccati nell'anima, perché, dice s. Paolo, chi mangia del corpo del Signore e ne beve il sangue indegnamente, mangia e beve la sua condanna. Per questo ognuno deve prima esaminare se stesso e, se ha peccati mortali, confessarsi (Cor. 11,29). La Madonna a Medjugorje ha raccomandato di confessarsi ogni mese e fare la Comunione ogni volta che si và a Messa. Chi non fà la Comunione neanche una volta l'anno, si espone al gravissimo pericolo di non andare in paradiso. Chi la fa molto spesso e bene diventa fevoroso.



Vivi la tua Messa. Vivere la Messa significa, precisamente, non ritirare l'offerta fatta a Dio nella Messa. Significa pure fare durante la giornata tanti atti di virtù, tanti sacrifici, tante preghiere da offrire quale tua ostia al Padre nella prossima Messa, insieme al sacrificio di Gesù.

Uscendo poi dalla Messa, devi sentirti un fratello di tutti, devi essere desideroso di salutare tutti, di andare d'accordo con tutti, di fare amicizia con tutti, di aiutare tutti materialmente e spiritualmente, di evangelizzare tutti, di salvare tutti, impiegando a tale scopo tempo, energie e denaro; devi sentirti Gesù che continua la sua missione e che esce per cercare gli uomini, per beneficarli, per salvarli; devi diventare umile e dolce com'era Gesù. Solo così vivi la tua Messa e il tuo cristianesimo.

(Sac. Antonino Santangelo) (Comunità Editrice 95031 ADRANO (Catania)
 
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