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PENSIERI SUL PURGATORIO DELLA BEATA CATERINA EMMERICK, Don Marcello Stanzione

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San Raffaele Arcangelo
view post Posted on 2/8/2016, 19:38




“Al decano Resing la Serva di Dio così disse: “La prego vivamente di esortare la gente nel confessionale a pregare solertemente per povere anime del Purgatorio, poiché queste per gratitudine pregheranno certamente molto anche per noi. La preghiera per le povere anime è molto gradita a Dio perché le avvicina alla sua immagine”.

“Le povere anime che stanno in Purgatorio vivono in questo luogo per espiare e purificarsi, perciò necessitano il nostro aiuto sulla Terra con la preghiera, il pensiero, le opere espiatorie e le sante Messe affinché le loro sofferenze possano essere mitigate. Con quest’aiuto, noi guadagniamo una doppia ricompensa: la buona opera dinanzi a Dio che ricava i suoi frutti celesti; la seconda che le povere anime purganti le quali giungono alla tanto aspirata gloria del cielo pregano per la nostra salvezza”.

“Ho visto che durante il diluvio molti uomini ebbero il tempo di convertirsi e giunsero in Purgatorio perché Dio volle salvarli dall’inferno. Potrei paragonare queste anime salvate con le radici degli alberi, che vidi di nuovo verdeggiare dopo il diluvio”.

“Le dita consacrate dei sacerdoti saranno riconosciute in purgatorio e nell’inferno arderanno con un fuoco speciale”.



“La mia preghiera consisteva di solito in un dialogo con Dio. Io gli parlavo come fa un figlio al padre. Ero molto raro che chiedessi a Dio qualcosa per me. Le mie intenzioni di preghiera erano la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime del purgatorio”.



“ (Caterina) diventava molto gioiosa quando le anime del purgatorio venivano a ringraziarla per il suo aiuto nell’averle tolte da lì, e se ne andavano in cielo. Quando sua madre morì, pianse molto; ma lo stesso giorno, nel pomeriggio, la videro allegra e, quando le chiesero perché, rispose: Perché mia madre è uscita dal purgatorio e io sono felice”.

“Quando ero ancora bambina fui portata da una persona, che non conoscevo, in un luogo che mi sembrava il Purgatorio. Qui vidi molte anime che soffrivano forti dolori e che mi supplicavano di pregare per loro, mi sembrava di essere stata portata in un profondo abisso dove c’era un grande spazio che mi impressionò molto, mi riempì di angoscia e turbamento. Vidi uomini molto silenziosi e tristi, sul cui volto si intravvedeva, nonostante tutto, che nel loro cuore gioivano, come se pensassero alla misericordia di Dio. Non vidi nessun fuoco; ma seppi che quelle povere anime purganti soffrivano interiormente grandi pene”.



“Quando pregavo con grande fervore per le anime benedette, sentivo voci che mi dicevano all’orecchio: “Grazie, grazie!”. una volta avevo perduto, andando in chiesa, una medaglietta che mia madre mi aveva dato; questo mi diede un grande dolore. Ritenni di aver peccato per non aver avuto più cura di quell’oggetto, e così quella sera mi dimenticai di pregare per le anime benedette del Purgatorio. Ma quando fui alla tettoia della legna mi apparve una figura bianca, con macchie scure, che mi disse: “Ti sei dimenticata di me?”. Preso un grande spavento, e allora recitai la preghiera che avevo dimenticato. Ritrovai la medaglietta il giorno dopo, sotto la neve, quando mi recai a fare la mia preghiera”.



“Già maggiorenne andavo a messa la mattina presto a Coesfeld. Per poter pregare meglio per le anime benedette del Purgatorio prendevo una strada solitaria. Se non era ancora spuntata l’alba le vedevo a due a due oscillare davanti a me come perle luminose in mezzo a una pallida fiamma. La strada mi si faceva molto chiara e mi rallegravo che le anime mi stessero intorno perché le conoscevo e le amavo molto. Anche di notte venivano da me e mi chiedevano di lenirle”.



“E’ molto triste che oggi si aiutino così poco le anime benedette del Purgatorio. La loro sventura è molto grande perché non possono fare nulla per il proprio bene. Ma quando qualcuno prega per loro o soffre, o fa un’offerta in loro suffragio, nello stesso momento questa opera si trasforma nel loro bene, ed esse ne sono tanto contente e si considerano tanto fortunate come colui a cui viene data da bere acqua fresca quando è sul punto di venir meno”.



“Questa notte (27 settembre 1820) ho pregato molto per le anime benedette del Purgatorio, e ho visto molti potenti castighi che esse soffrono, e l’incomprensibile misericordia di Dio. Ho visto l’infinita giustizia e misericordia di Dio, e che non c’è nessuna cosa veramente buona nell’uomo che non gli sia utile. Ho visto il bene e il male passare dai padri ai figli e trasformarsi in salvezza o sventura per la volontà e cooperazione di questi. Ho visto soccorrere in modo mirabile le anime con i tesori della Chiesa e con la carità dei suoi membri. E tutto questo è un vero e proprio surrogato e una soddisfazione per le loro colpe, senza mancare né alla misericordia né alla giustizia anche se entrambe sono infinitamente grandi”.



“Quante grazie ho ricevuto dalle anime benedette del Purgatorio! Magari tutti potessero partecipare con me a questa gioia! Che abbondanza di grazie c’è sulla terra, ma quanto vengono dimenticate, mentre loro sospirano ardentemente! Qui, in vari luoghi, patendo vari tormenti, sono piene di angoscia e anelano ad essere soccorse. E per quanto grandi siano la loro afflizione e necessità, lodano Nostro Signore. Tutto quello che facciamo per loro, causa ad esse una gioia infinita”.



“Il dottor Wesener riferisce nel suo “Diario”: Padre Limberg una notte si fermò ad accudirla perché sua sorelle non era in casa e Caterina stava molto male. Verso le 11 di notte, mentre era vicino al suo letto, appoggiato a un comodino, sentì che qualcuno picchiava come una chiave. Si alzò, guardò da tutte le parti, ma non trovò nulla di strano. Anche altre volte si verificò lo stesso fenomeno, e non riuscì mai a capire la causa di quei colpi. Due settimane dopo padre Limberg mi disse che la malata aveva sentito i rumori durante la notte e che erano state le anime del Purgatorio; da tempo infatti non pregava per loro”.



“Quando andavo in Purgatorio, non solo conoscevo i miei amici, ma anche i loro parenti e persone che non avevo mai visto. Tra le anime più abbandonate ho visto quelle poverette di cui nessuno si ricorda e il cui numero è grande, perché molti nostri fratelli nella fede non pregano per loro. Io prego soprattutto per queste povere anime dimenticate”.



“Clara Sontgen riferì al Processo di beatificazione: Di notte quando eravamo coricate, pregavamo insieme per le anime del purgatorio. Di solito capitava che, quando avevamo finito la nostra preghiera, una magnifica luce si alzasse davanti al nostro letto. Piena di gioia, Emmerick mi diceva: “Guarda, guarda questa luce meravigliosa!”. Ma io ero talmente spaventata che non osavo guardare”.



“Una mattina disse a padre Rensing: Dica alle persone nel confessionale che preghino molto per le anime del purgatorio…Esse [quando usciranno] pregheranno per noi come ringraziamento. Pregare per loro è gradito a Dio, perché le aiutiamo a godere più velocemente della visione beatifica”.



“Implorava costantemente Dio per la liberazione delle anime del Purgatorio”.
 
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